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Il futuro del web appartiene alla content curation?

Il futuro del web appartiene alla content curation?

Da Maxime Perotti

Il 16 ottobre 2020

Cosa significa content curation? Chi ha inventato il termine e perché sta assumendo una rilevanza crescente a livello globale?

La cura dei contenuti, ancora poco conosciuta e diffusa in Italia, potrebbe diventare un mestiere del web sempre più importante in un futuro prossimo.

Ma cosa vuol dire effettivamente svolgere content curation? Sul suo significato reale, c’è ancora molta confusione. Nel presente articolo facciamo chiarezza sul suo significato, e vi forniamo dei suggerimenti utili per realizzarla al meglio.

Che cosa si intende per content curation?

Origine del termine

Sembra che il termine sia stato coniato nel 2009 da Rohit Bhargava, un professore esperto di marketing autore di numerosi bestseller.

Nel suo "Manifesto for the Content Curator: The Next Big Social Media Job of the Future?", Bhargava sostiene che in un futuro prossimo i contenuti sul web potrebbero raddoppiare ogni 72 ore. Questa crescita esponenziale avrebbe un impatto negativo sull’algoritmo, con un peggioramento della rilevanza dei risultati di ricerca.

Per soddisfare la fame di contenuti di qualità della gente, si renderebbe necessario quindi un nuovo tipo di lavoro sul web.

L’obiettivo della content curation non è creare nuovi contenuti, bensì dare un senso a quelli già presenti online

Trovare i contenuti migliori e più rilevanti e metterli in evidenza: ecco in sintesi il compito dei content curator.

Definizione

La content curation, o cura dei contenuti, consiste nell’attività di raccolta, selezione e ottimizzazione di articoli e pubblicazioni inerenti il proprio settore di attività.

Parte di una strategia più ampia di content marketing - processo che non si esaurisce con la produzione di contenuti per il web - la content curation sta diventando sempre più importante per le aziende.

Utilità

Nell’idea di partenza, i web del futuro - grazie al lavoro dei content curator - diventerebbe più ordinato, ricco di contenuti di valore, e capace di apportare un valore aggiunto ai lettori.

L’obiettivo è poter disporre di un numero crescente di contenuti interessanti, caratterizzati da prospettive e punti di vista eterogenei, e di sempre meno articoli sponsorizzati e marketing oriented.

Un nuovo mestiere

Il futuro del web potrebbe avere tra i suoi protagonisti un numero importante di content curator. Questi ultimi, avrebbero l’onore e l’onere di raccogliere e condividere i migliori contenuti presenti sul web, diventando in qualche sorta dei “cittadini editori”.

Agendo da filtro tra la miriade di contenuti presenti sui siti web e l’utente finale, il loro lavoro sarebbe determinante per evitare l’eccesso di informazioni (information overload).

Se ci fate caso, i milioni di utenti che collaborano quotidianamente con Wikipedia, famosissima enciclopedia online, aggiungendo in continuazione nuove voci e migliorando quelle già presenti, svolgono content curation. Il loro lavoro consiste infatti nel ricercare materiale rilevante su un determinato tema, integrandolo e giustapponendolo, per arrivare ad un contenuto nuovo.

Come realizzare una content strategy efficace in azienda

La content curation si rende necessaria per le aziende operanti in un gran numero di settori differenti. Vi mostriamo ora i principali passaggi indispensabili per una strategia vincente.

Trovate contenuti validi e pertinenti

In base al settore in cui operate, cercate di trovare il maggior numero possibile di contenuti di qualità. Per questo, è importante monitorare un gran numero di fonti diverse ( canali social, blog, siti web specializzati, riviste di settore, ecc.).

Per una raccolta e selezione più ampia possibile, diversi tool possono rivelarsi un prezioso alleato.

Affidatevi allo strumento giusto

Per essere efficace, la content curation va svolta in continuazione. Vista la velocità del mondo del web, è evidente come si tratti di un punto critico.

Per ovviare, almeno in parte, a questa difficoltà, la scelta del giusto tool si rivela fondamentale per automatizzare il maggior numero di task possibili.

Spidwit, ad esempio, è un software dotato di un sofisticato sistema di intelligenza artificiale, perfetto per organizzare i contenuti più interessanti in una dashboard.

Modificate e arricchite i contenuti individuati

Le modifiche agli articoli esistenti possono essere di vario tipo. Ecco qualche azione possibile:

  • aggiunta di informazioni pertinenti per arricchire e migliorare il contenuto originario,
  • contestualizzazione e aggiornamento del vecchio contenuto per renderlo più attuale,
  • inserimento di un commento personale,
  • traduzione e localizzazione di articoli in lingue straniere,
  • ottimizzazione SEO per i motori di ricerca, ad esempio strutturando l’articolo in paragrafi e sottoparagrafi,
  • sostituzione di vecchie immagini con altre maggiormente in linea con i valori aziendali, ecc.

☝️ Ovviamente, queste azioni possono essere combinate tra loro.

Scegliete il giusto canale di condivisione

Una volta individuata una buona base di materiale, potete inserire i contenuti modificati nel vostro piano editoriale. A questo punto, potete condividerli con il vostro network attraverso i social (LinkedIn su tutti) o altri canali (la newsletter ad esempio).

Content curation: un’ascesa inarrestabile?

Se ancora oggi si tratta di un processo ancora poco diffuso in Italia, è molto probabile che negli anni a venire si sentirà parlare sempre più di queste pratiche.

Infatti, con la sovrapproduzione di contenuti di ogni genere - e la conseguente saturazione delle informazioni - la content curation sarà decisiva per garantire uno standard qualitativo adeguato sul web.

Arrivati a questo punto, avete finalmente più chiaro che cosa significa concretamente svolgere content curation. Conoscete delle aziende che la praticano regolarmente? Avete qualche best practice da condividere?

Se volete, potete scambiare con noi commentando qui sotto.