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Digitalizzazione delle PMI: realtà attuale e ostacoli all’innovazione digitale

Digitalizzazione delle PMI: realtà attuale e ostacoli all’innovazione digitale

Da Giorgia Frezza

Il 19 febbraio 2021

Oggi, il processo di trasformazione digitale dell'azienda, e per estensione la digitalizzazione delle PMI (acronimo di piccole e medie imprese), è senza dubbio una chiave di successo per qualunque impresa.

Tali innovazioni permettono di rimanere competitivi in un mercato dove gli individui hanno già abbracciato completamente la realtà digitale nel loro stile di vita e nelle loro abitudini di consumo.

Ecco perché è essenziale per i leader aziendali ripensare sia l'organizzazione interna della loro azienda, ma anche la loro strategia di marketing e di growth development, attraverso un modello di business orientato al digitale. E la posta in gioco è alta: infatti, le aziende italiane che si trovano in ritardo nel processo di digitalizzazione saranno destinate a scomparire.

Qual è dunque la realtà attuale della digitalizzazione delle PMI italiane? E quali mezzi e risorse hanno a disposizione per compensare la loro arretratezza?

Nel nostro articolo troverete un’analisi del fenomeno della transizione digitale delle PMI italiane.

Livello di digitalizzazione delle PMI italiane

Le statistiche della commissione europea

Secondo il DESI (Digital Economy and Society Index), l’indice creato dalla Commissione Europea per misurare e monitorare i progressi dei Paesi europei in termini di digitalizzazione dell’economia e della società, il livello di digitalizzazione delle PMI italiane è al di sotto della media europea.

Infatti l’Italia occupa la quartultima posizione tra i paesi europei, davanti solo a Grecia, Romania e Bulgaria.

Possiamo vedere nel dettaglio che lo studio sulla situazione italiana è particolarmente negativo rispetto al settore concernente il Capitale umano e l'Uso di internet. In quest’ultima categoria, l'Italia si classifica al penultimo posto, pur registrando dei lievi aumenti nello shopping online e nell'utilizzo di eBanking.

La Connettività, invece, risulta l'area in cui si riscontrano i migliori progressi, grazie soprattutto al potenziamento della Banda Larga.

Perchè le aziende italiane dovrebbe incoraggiare il processo di digitalizzazione?

L'attuazione di una politica di digitalizzazione apporterebbe molteplici vantaggi alle PMI:

  • miglioramento dell’immagine dell’azienda
  • capacità di innovazione,
  • qualità della vita sul lavoro,
  • acquisizione e conservazione dei clienti,
  • aumento della produttività,
  • aumento delle vendite,
  • redditività e una migliore campagna marketing.

Queste benefici non sono sufficienti, tuttavia, a mettere in moto un processo di innovazione tecnologica volto alla trasformazione digitale. A questa osservazione si aggiungono altri ostacoli alla digitalizzazione delle piccole e medie imprese.

Gli ostacoli della digitalizzazione delle PMI

Resistenza al cambiamento

1 PMI su 2 pensa che le aziende che hanno intrapreso la loro trasformazione digitale incontrano altrettanti problemi, se non di più, di quelle che operano "alla vecchia maniera". La resistenza al cambiamento è quindi un grande ostacolo, in particolare per le imprese con organizzazioni rigide che sono attaccate ai loro processi interni e alla loro struttura tradizionale (operando in silos e rispettando una gerarchia verticale per esempio).

Mancanza di conoscenza

I PMI soffrono di una mancanza di conoscenza delle possibilità offerte dalla tecnologia digitale. Questo è tanto più vero quando si solleva la questione degli strumenti digitali. Infatti, solo un esiguo gruppo di PMI non li usa quotidianamente per snellire i processi e aumentare l'efficienza. Oggi, la tecnologia è disponibile anche per le piccole imprese attraverso i software SaaS: facili da utilizzare, facili da installare e poco costosi.

Mancanza di competenze tecniche interne

Per esempio, troppe PMI pensano ancora che aprire una pagina Facebook o creare un sito di vendita online sia una strategia di marketing digitale sufficiente per aumentare il portfolio clienti. Purtroppo ignorano le reali competenze che il digitale ricerca, in termini di SEO per esempio.

Inoltre, l'investimento che rappresenta la chiamata di un esperto o la formazione dei dipendenti scoraggia i dirigenti aziendali, e quindi rallenta il processo di digitalizzazione.

Investimenti da pianificare

Compensare la mancanza di competenze, ma anche utilizzare soluzioni software o investire in nuove attrezzature informatiche rappresenta un costo immediato.

Le PMI non sempre dispongono di un flusso di cassa necessario per considerare tali azioni. Inoltre, alcuni imprenditori non sono consapevoli, a prima vista, del profitti generati dal ROI (return on investment) che risulterebbe dagli investimenti in questione.

Cybersecurity

Mentre la maggior parte delle PMI non si sente minacciato dagli attacchi informatici (il che si sta già rivelando problematico), alcuni dirigenti aziendali si interrogano sui rischi associati alla digitalizzazione del loro business.

Le PMI e il mondo del digitale: come accelerare la digitalizzazione

Formazione e reclutamento volti al digitale

Abbiamo visto che la mancanza di conoscenze in materia, così come la carenza di competenze interne, è un blocco alla digitalizzazione delle PMI. Ecco perché le piccole e medie imprese devono ora compensare questa mancanza affidandosi ad esperti qualificati, o addirittura modificando la loro politica di assunzione.

Va notato, tuttavia, che un certo numero di iniziative sono state intraprese, da enti pubblici o privati, per sostenere le PMI nella loro transizione digitale.

Qualche esempio:

  • il decreto Crescita (articolo 29, comma 5) entrato in vigore nel 2019 ha stanziato una somma di 100 milioni di euro per le micro, piccole e medie imprese che si impegnano ad avviare un processo di digitalizzaione. Le modifiche apportate dovranno interessate i seguenti settori, come indicato nel Piano Impresa 4.0:
    • advanced manufacturing solutions e additive manufacturing
    • realtà aumentata e simulation
    • integrazione orizzontale e vertical
    • industrial internet
    • cloud
    • cybersecurity
  • la legge di bilancio del 2019 ha dato la possibilità alle piccole e medie imprese di fruire dell'iper ammortamento per i beni materiali e immateriali 4.0 (software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni).

Eliminare i fattori che favoriscono la resistenza al cambiamento

In primo luogo, spetta agli imprenditori prendere in mano la situazione. Fino adesso, infatti, molti di loro non hanno colto il vantaggio esponenziale apportato dalla digitalizzazione, dato che hanno sempre gestito la loro azienda per anni con metodi tradizionali.

Inoltre, è necessario ottenere l'appoggio collettivo dei team presenti per quanto riguarda i cambiamenti da intraprendere, altrimenti il processo di transizione digitale delle PMI rischia di risultare in un fallimento. La comunicazione, la sponsorizzazione, il coinvolgimento individuale e la formazione dei dipendenti devono essere al centro dei progetti ideati dai dirigenti aziendali responsabili della trasformazione digitale dell'impresa.

Utilizzo del software in modalità SaaS

La trasformazione digitale dell'azienda va di pari passo con l'uso di strumenti digitali. Ma la buona notizia è che le PMI beneficiano di un grande vantaggio: la loro dimensione e struttura sono sinonimo di flessibilità e agilità, due risorse qualitative che permettono di passare rapidamente e facilmente all’utilizzo di software in modalità SaaS.

I loro vantaggi?

  • abbonamenti mensili alla portata delle piccole e medie imprese,
  • una gestione semplice che non ricerca competenze tecniche interne,
  • flessibilità.

Speriamo di avervi convinto degli innumerevoli vantaggi della digitalizzazione per le piccole e medie imprese. L’Italia ha bisogno di colmare il divario tecnologico che la separa dagli altri vicini europei e dovrò far di tutto per implementare una politica di innovazione tecnologica. Il primo passo è stato istituire nel 2016 un ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale. Adesso colmare il divario spetta alle imprese!