Come fare un bilancio aziendale? Guida galattica per contabili
Situazione patrimoniale e finanziaria, rendiconti finanziari: redigere un bilancio aziendale vi fornisce queste informazioni e molte altre sullo stato di salute della vostra impresa. Si tratta di un resoconto completo e affidabile della situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’impresa. Inoltre, il bilancio costituisce uno strumento fondamentale da considerare prima di prendere qualsiasi tipo di decisione in impresa, poiché fornisce una visione generale e dettagliata dell’andamento dell’impresa.
Ma come fare un bilancio? E soprattutto come costruire il buon bilancio d’esercizio che va all’essenziale?
L’opera non sembra per niente facile, ma grazie alla guida che ti forniremo in questo articolo potrai costruire il tuo bilancio d’esercizio a regola d’arte.
Oggi, Appvizer ti accompagnerà alla scoperta del bilancio, con l’obiettivo di analizzare le componenti del bilancio d’esercizio e fornirti i mezzi per leggere i documenti contabili che ne fanno parte.
Dopo basterà solo mettere insieme i pezzi del puzzle e il gioco è fatto!
Innanzitutto, diamo un’occhiata ad alcuni concetti chiave e definizioni al fine di capire meglio cos’è un bilancio aziendale e la sua importanza nel mondo dell’impresa.
Cominciamo allora!
Il Bilancio Aziendale: Le basi?
Perchè fare un bilancio aziendale?
Prima di tutto, è importante ricordare perchè è importante fare un bilancio aziendale.
Il bilancio d’esercizio fornisce una visione chiara dello stato di salute di un’azienda. Infatti, bisogna ricordare che un'azienda può sopravvivere a lungo termine solo se è solvibile e crea valore per i suoi azionisti; perciò l’impresa ha bisogno di creare ricchezza attraverso degli investimenti sufficientemente redditizi.
Dunque, saper costruire e interpretare un bilancio aziendale, non solo costituisce un obbligo contabile, ma è anche il modo più opportuno per prendere decisioni importanti sulla base di dati concreti.
Definizione e composizione
Il bilancio d’esercizio, detto anche bilancio contabile, è un insieme di documenti contabili che un’impresa ha l’obbligo di redigere con una determinata periodicità, ai sensi della legge e per applicazione del principio di verità. L’obiettivo è quello di acclarare in modo corretto, veritiero e chiaro la situazione economica, finanziaria e patrimoniale di un’impresa durante un esercizio contabile, così come il risultato economico dell’esercizio in questione.
Detto in modo più semplice, il bilancio è una "fotografia" della situazione finanziaria dell'azienda in una determinata data.
Per esempio, gli importi mostrati nel bilancio datato 31 dicembre dell'anno N rappresentano tutte le transazioni registrate fino al 31 dicembre di quel dato anno.
Solitamente, la redazione del bilancio aziendale comporta quattro documenti o sezioni principali. Te li descriviamo brevemente:
- lo Stato patrimoniale: si tratta della situazione patrimoniale dell’impresa alla chiusura. Esso deve rappresentare l’attivo (tutte le proprietà e i beni posseduti dall’impresa: macchinari, attrezzature, utensili, etc., ma anche le disponibilità liquide come la cassa e i saldi attivi dei conti correnti in banca), il passivo (tutti i debiti che ha l’impresa nei confronti di terze parti come i le banche e i fornitori), ed infine la differenza tra l’attivo e il passivo, chiamata patrimonio netto;
- il Conto economico: questo documento fornisce tutte le informazioni relative ai costi o alle spese sopportate dall’impresa, ma anche tutti i ricavi o guadagni che ha potuto conseguire durante l’esercizio in questione. La differenza tra questi due elementi è quella che in contabilità viene chiamato utile o perdita d’esercizio;
- la Nota integrativa: questa parte del bilancio illustra e fornisce le informazioni aggiuntive allo stato patrimoniale e al conto economico necessarie per una migliore comprensione del bilancio. L’informativa richiesta in nota integrativa è di duplice natura: un’informativa di puro accounting volta a spiegare il contenuto delle singole voci di bilancio, oppure un’informativa utile a valutare l’andamento dell’azienda. Non tutte le imprese lo conoscono e lo utilizzano, ma rimane una sezione integrante del bilancio volta a fornire più dettagli su alcune voci del bilancio e spiegare i criteri di redazione scelti;
- il Rendiconto finanziario: si tratta della sezione adibita alla misura dei flussi di cassa riguardanti l’esercizio contabile in questione. Poco conosciuto, questo documento è entrato in vigore a partire del 2015 come una delle sezioni del bilancio previste dal Codice Civile.
Tuttavia, non tutte le imprese devono predisporre dei quattro documenti di bilancio. A seconda del tipo di attività e delle dimensioni dell’azienda, alcune sezioni possono essere trascurate:
Tipo di impresa |
Stato Patrimoniale |
Conto Economico |
Nota Integrativa |
Rendiconto Finanziario |
Grande Impresa |
✅ |
✅ |
✅ |
✅ |
Media Impresa |
✅ |
✅ |
✅ |
✅ |
Piccola Impresa |
✅ |
✅ |
✅ |
❌ |
Micro-impresa |
✅ |
✅ |
❌ |
❌ |
Esistono diverse tipologie di bilancio aziendale?
Si, esistono diverse tipologie o forme di bilancio. Ecco le principali:
- bilancio in forma ordinaria: è quello previsto dall’art. 2423 c.c. entrato in vigore ai sensi della legge dal 2016 ed è quello che stiamo trattando in questo articolo;
- bilancio in forma abbreviata: è generalmente redatto dalla società di capitali, che nel corso del primo esercizio, o nei successivi due esercizi non deve aver superato uno dei tre seguenti limiti:
- i guadagni delle vendite e delle prestazioni non devono superare 8.800.000 euro;
- il totale dell’attivo dello stato patrimoniale non deve oltrepassare 4.400.000 euro;
- i dipendenti occupati nell’attività durante un esercizio non devono essere più di 50 unità.
Questa forma di bilancio non comporta il rendiconto finanziario e può essere redatto anche dalle piccole imprese;
- bilancio delle micro-imprese: è il bilancio specialmente dedicato alla micro-impresa. Si tratta di una forma più semplice e intuitiva, adatta a questo tipo di impresa. Ai sensi della legge, una micro-impresa non deve oltrepassare uno di questi due limiti:
- i guadagni delle vendite e delle prestazioni non devono superare 350.000 euro;
- il totale dell’attivo dello stato patrimoniale non deve oltrepassare 175.000 euro;
- i dipendenti occupati nell’attività durante un esercizio non devono essere più di 5 unità.
- bilancio finale di liquidazione: questo tipo di bilancio va redatto una volta che tutte le procedure di liquidazione siano state completate; i liquidatori hanno infine l’obbligo di indicare la parte spettante a ciascun socio dopo la divisione dell’attivo. Si tratta dell’ultimo documento contabile che un’impresa deve fornire poiché entrata in procedura di liquidazione.
Quando va fatto un bilancio aziendale?
In applicazione dell’art. 2435 c.c., il bilancio deve essere redatto dagli amministratori dell’impresa, indipendentemente dallo statuto giuridico di quest’ultima. L’approvazione deve essere effettuata tra 120 e 180 giorni dalla fine dell’esercizio.
Inoltre, l’amministratore deve inviare il bilancio per via telematica entro 30 giorni dall’approvazione, all’Ufficio del Registro delle Imprese competente.
I Primi Passi: La Fase Preparatoria
Stabilire i punti di riferimento
Per la maggior parte delle aziende, il bilancio viene preparato alla fine dell'anno (o anno fiscale), ma può anche essere preparato alla fine di ogni trimestre, mese o in qualsiasi altro momento. Ogni impresa decide il periodo amministrativo che un bilancio deve rispettare.
Prima di tutto è importante verificare i documenti di governo dell'azienda, come lo statuto o l'atto costitutivo, in quanto ci forniscono la cadenza con cui viene fatto un bilancio in una data azienda. Di solito, tuttavia, viene privilegiata la fine dell’anno perché il bilancio è un modo efficace per verificare gli stock di merci.
Verificare i conti
Potrebbe essere un’osservazione banale, ma è di vitale importanza verificare che i conti siano aggiornati e registrati correttamente. Infatti, redigere un bilancio con dei dati non corretti si rivela inutile. Quindi bisogna accertarsi che:
- i dati relativi alle partite da liquidare e da incassare siano stati elaborati;
- la riconciliazione dei conti bancari sia in ordine;
- gli acquisti e le vendite di merci e prodotti siano stati registrati;
- di segnalare eventuali partite che potrebbero non essere registrate alla data di riferimento del bilancio.
Raccogliere eventuali informazioni mancanti
Una volta che abbiamo passato al vaglio tutti i documenti facenti parte del bilancio e abbiamo riscontrato la presenza di lacune, è opportuno andare alla ricerca dei documenti utili e necessari per poter redigere un bilancio corretto e completo.
I Principi Base di un Bilancio: Chiarezza, Veridicità e Correttezza
Che cosa significa rispettare i principi di chiarezza, veridicità e correttezza?
Secondo i principi contabili nazionali emanati dall’OIC (Organismo Italiano di Contabilità), un bilancio deve rispettare i concetti di chiarezza, veridicità e correttezza. Tuttavia, l’OIC non ha fornito alcuna definizione precisa ed esplicita di tali concetti.
Per questo motivo il legislatore civilistico affida al redattore del bilancio un insieme di principi e criteri di valutazioni conformi agli articoli 2423, 2423 bis e 2426, tramite i quali si arriva alla redazione di un bilancio legale ovvero un bilancio in forma ordinaria, in linea con le norme vigenti.
Ovviamente, un bilancio legale rispetterà anche i tre principi sopracitati.
Ma, a livello pratico, in che modo le aziende devono redigere il bilancio? Cosa significa concretamente rispettare gli articoli 2423, 2423 bis e 2426?
Ecco la soluzione: Il Dott. Bruno Ricci ha elaborato quella che lui stesso chiama la Regola d’Oro e che ti aiuterà a redigere un bilancio conforme alle leggi, rispettando i principi di contabilità. Seguendo questa regola, eviterai di fare un uso scorretto o inadeguato del bilancio e non correrai più il rischio di esaminare il bilancio solo in fase di controllo o come ultimo ricorso.
Dovete consegnare agli aventi diritto tutte le informazioni su attività, passività, patrimonio netto, ricavi, costi e flussi di cassa che avreste voluto ricevere nel caso in cui la vostra posizione fosse invertita
Questa regola si è rivelata talmente efficace ed utile, che è stata portata all’attenzione degli International Accounting Setters (OIC, EFRAG, EFFAS, IASB, AIAF) durante il meeting internazionale tenutosi presso Intesa San Paolo nel 2017: “Management should provide all the information about its assets, liabilities, equity, income, expenses and cash flows that it would like to receive had their positions reversed”.
Adesso che abbiamo capito cos’è un bilancio aziendale e quali sono le sue principali caratteristiche, ora ci cimenteremo nell’analisi dei sei principi da seguire per costruire il bilancio d’esercizio.
I 6 Principi per costruire un bilancio d’esercizio completo
Abbiamo cercato di raggruppare in modo sintetico delle regole infallibili che ti aiuteranno a comprendere meglio il funzionamento del bilancio d’esercizio e che ti faciliteranno il procedimento per la sua redazione.
- La colonna dell’attivo e del passivo dello stato patrimoniale devono sempre coincidere;
- Il patrimonio netto = capitale sociale + utile d’esercizio (proveniente dal conto economico come indicato nel paragrafo sulla composizione del bilancio);
- (Ricavi - costi) - Imposte di varia natura = utile d’esercizio;
- (Entrate monetarie - Uscite monetarie) = tesoreria o disponibilità liquida;
- La differenza tra l’utile d’esercizio e la tesoreria determina crediti e debiti;
- Le imposte che l’azienda deve pagare si calcolano sul risultato operativo.
Di questi 6 principi, il secondo, il terzo e il quinto meritano una spiegazione più approfondita prima di passare all’esempio pratico.
Legami tra lo stato patrimoniale e il conto economico
Al fine di comprendere bene i punti 2 e 3, bisogna analizzare la relazione che si instaura tra lo stato patrimoniale e il conto economico. Infatti, l’elemento di legame o di raccordo tra il conto economico e lo stato patrimoniale è dato dall’utile o dalla perdita (eventuale) dell’ esercizio.
L’utile d’esercizio può essere:
- distribuito agli azionari della società sotto forma di dividendi (prerogative finanziarie);
- conservato all’interno della società affinché venga utilizzato per investimenti futuri. In questo caso rientra nello stato patrimoniale nella categoria “patrimonio netto” sotto la voce “utili”
Questa decisione viene votata dagli azionisti della società in occasione dell’assemblea generale degli azionisti. Nel caso in cui gli azionisti decidono di lasciare l’utile all’interno dell’azienda quest’ultimo si somma al capitale di rischio apportato dai soci in partenza, ovvero il capitale sociale.
Quindi, per questo motivo, possiamo affermare che il conto economico e lo stato patrimoniale sono intrinsecamente legati.
L’utile d’esercizio si trova dunque in due sezioni diverse:
- nel conto economico (il risultato del valore di produzione meno i costi);
- nello stato patrimoniale nella colonna del passivo sotto la voce patrimonio netto.
Ecco uno schema per illustrare meglio:
Come si calcola l’utile d’esercizio
Una prima fase consiste nel calcolo del cosiddetto reddito operativo o reddito economico. Quest’ultimo corrisponde alla differenza tra i ricavi (guadagno complessivo o fatturato) e i costi sostenuti nel corso dell’esercizio contabile in questione.
Dal risultato operativo possiamo arrivare al risultato complessivo della gestione, sottraendo oneri e proventi finanziari.
In seguito, bisogna correggere il risultato operativo dalle rettifiche di valore, come ad esempio rivalutazioni e svalutazioni dei beni dell’impresa.
Infine, si sottraggono oneri e proventi straordinari, come ad esempio delle plus o minusvalenze.
Il risultato finale ottenuto equivale al reddito/risultato ante imposte, ovvero l’utile prima di pagare le tasse.
L’ultimo passo è quello di fare la differenza tra il reddito ante imposte e le imposte: si ottiene così il reddito d’esercizio. Quest’ultimo può essere un utile o una perdita.
Nell’immagine trovi illustrato un piccolo esempio pratico che ti permetterà di capire le varie tappe prima di arrivare all’utile d’esercizio:
L’utile d’esercizio ≠ tesoreria
Questo punto è molto importante e devi quindi porci particolare attenzione. Non bisogna fare l’errore di pensare che l’utile d’esercizio equivalga alla tesoreria per due motivi:
- il divario temporale tra la registrazione contabile e il pagamento effettivo;
- gli ammortamenti e previsioni non hanno alcun impatto sulla tesoreria.
Per questa ragione, dato che la tesoreria e l’utile non sono la stessa cosa, dalla loro differenza possiamo ricavare i debiti e i crediti di un’azienda.
Ora che abbiamo dettagliato tutti i principi necessari per la redazione di un bilancio contabile, ti proponiamo in seguito un esempio pratico spiegato così potrai costruire anche tu il tuo bilancio a regola d’arte o… a regola di contabilità!
Mettiti Alla Prova: Un Esempio Pratico Per Capire
Consideriamo il seguente esempio.
All’inizio dell’anno 2020, una società X Srl viene costituita e i soci investono 30.000 euro.
Nel caso del primo esercizio la situazione dello stato patrimoniale è la seguente:
Calcolo dell’utile d’esercizio
Alla fine dell’esercizio contabile, quindi il 31 dicembre 2020, sappiamo che:
- le immobilizzazioni rappresentano il 70% dell’attivo;
- il rapporto di leverage tra capitale sociale e capitale attivo è di 2;
- i ricavi ammontano a 100.000 euro e i costi a 70.000 euro;
- le imposte sono pari al 40% del reddito operativo;
- gli oneri finanziari corrispondono a 10.000 euro.
Sappiamo che il capitale sociale corrisponde a 30.000: in base al rapporto di leverage, l’attivo sarà due volte il capitale sociale, ovvero 60.000.
Le immobilizzazioni, invece, corrispondono al 70% di 60.000, ovvero 42.000.
Il resto sarà attivo circolante.
Ora, grazie alle informazioni ricavate in precedenza possiamo calcolare l’utile d’esercizio.
Ecco una tabella che riassume quanto riportato sopra e dettaglia il calcolo dell’utile di esercizio:
Trasferimento dell’utile d’esercizio nello stato patrimoniale
Abbiamo detto in precedenza che il conto economico e lo stato patrimoniale sono intrinsecamente legati. A questo stadio, dobbiamo quindi inserire l’utile d’esercizio all’interno della sezione dedicata allo stato patrimoniale.
Inoltre, dato che sappiamo che l’attivo e il passivo devono corrispondere, possiamo ricavare facilmente l’ammontare dell’attivo circolante e dei debiti e verificare che questi risultati economici corrispondono a ciò che è annotato nei libri contabili.
Nel primo caso l'attivo circolante si ottiene sottraendo dal totale attivo le immobilizzazioni (60.000 - 42.000 = 18.000). Per quanto riguarda i debiti, si ottengono facendo la differenza tra il totale passivo e il capitale netto (60.000 - 38.000 = 22.000).
Per una comprensione maggiore, ecco qui i risultati:
NB: Il patrimonio netto non deve mai scendere sotto i livelli minimi previsti dalla legge, ovvero 10.000 euro per le S.r.l. e 50.000 euro per le S.p.A.
Calcolo del patrimonio aziendale
Il totale dell’attivo rappresenta il patrimonio aziendale. Il patrimonio netto (38.000 euro), invece, non è altro che il patrimonio aziendale (38.000) a cui sono stati sottratti i debiti (22.000 euro).
Seguendo questi step, avrai acquisito le nozioni di base in termini di contabilità per costruire il tuo proprio bilancio aziendale: potrai in questo modo prendere le giuste e necessarie decisioni riguardanti il tuo business senza correre il rischio di prenderle sulla base d'informazioni false.
Se avete ancora domande o considerazioni su come fare un bilancio aziendale, scriveteci nei commenti, risponderemo con grande piacere!