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Capitale Circolante Netto (CCN): definizione e calcolo

Capitale Circolante Netto (CCN): definizione e calcolo

Da Maxime Perotti

Aggiornato il 20 aprile 2022, pubblicato il 3 settembre 2020

Il Capitale Circolante Netto, spesso chiamato con l’acronimo CCN, è un indicatore molto utile per l’analisi finanziaria di un’impresa. Detto in altre parole, esso permette di avere una visione sullo stato di salute finanziario di un’azienda.

Di cosa si tratta? Qual è la sua funzione e perché è così importante? Come lo si calcola e come va interpretato? Qui sotto troverai le risposte a tutte queste domande: il calcolo del Capitale Circolante Netto non avrà più nessun segreto per te!

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Capitale Circolante Netto: definizione

Che cos’è il CCN?

Il Capitale Circolante Netto (CCN), Net Working Capital in inglese, è un indicatore finanziario dato dalla differenza tra le attività correnti e le passività correnti. Possiede diverse altre nomenclature come: Capitale Operativo o ancora Patrimonio Circolante.

In altri termini, si tratta di una “riserva di denaro” a disposizione dell’azienda per far fronte alle spese e agli eventuali imprevisti. Ogni direttore d’azienda dovrebbe controllarlo per quantificare le capacità della sua impresa a generare profitti grazie a un andamento sano della sua attività. Spieghiamoci meglio:

  • attività correnti: si tratta di tutte quelle attività che possono essere trasformate in denaro (denaro in banca, investimento finanziario, scorta di materie prime e prodotti finiti in magazzino, ecc.)
  • passività correnti: sono tutti i debiti che l’azienda ha (debito con fornitori, stipendi non ancora pagati ai dipendenti, ecc.).

Detto semplicemente: hai abbastanza soldi in banca dopo le vendite che hai effettuato per poter pagare i debiti della tua azienda e perché no, investire nella crescita della tua attività?

Perché è importante calcolare il CCN?

Il Capitale Circolante Netto fornisce una stima circa la salute finanziaria di un’azienda. Il CCN risponde a questa domanda: “ l’azienda è o meno in grado di pagare i suoi debiti con la propria liquidità corrente, immediata o differita?”.

Avere un CCN positivo è quindi molto importante perché significa che l’azienda ha un andamento sano.

☝ Occorre tuttavia prestare attenzione a un punto essenziale: per quanto importante, il CCN da solo non è un indicatore sufficiente per giudicare positivamente una gestione finanziaria. È quindi utile confrontarlo con altri parametri, quali il margine di tesoreria e il margine di struttura.

Ora che abbiamo posto le basi teoriche circa il CCN, conviene analizzarne l’aspetto pratico. Vedremo assieme come si procede per calcolare il CCN.

Come si calcola il Capitale Circolante Netto?

Composizione di attività e passività correnti

Cimentarsi nel calcolo del CCN, significa confrontare tra di loro le attività e le passività correnti.

Fanno parte delle attività correnti:

  • crediti verso clienti;
  • rimanenze finali;
  • cassa;
  • ratei e risconti attivi.

Fanno parte delle passività correnti:

  • debiti verso fornitori;
  • debiti di natura operativa;
  • ratei e risconti passivi.

Formula per il calcolo del CCN

Il Capitale Circolante Netto si calcola a partire dalle informazioni presenti nello stato patrimoniale di un’azienda. La formula è semplice:

Capitale Circolante Netto (CCN) = Attività correnti - Passività correnti

Le attività correnti rappresentano investimenti in atto nel breve periodo, mentre le passività correnti sono dei finanziamenti in atto a breve termine.

L’arco temporale entro il quale si parla di attività e passività a breve termine non deve essere superiore a 12 mesi. Per avere questi dati, non basta fare altro che consultare il tuo bilancio aziendale.

Non sai come si costruisce un bilancio aziendale? Ti lasciamo il link del nostro articolo che ti accompagnerà passo dopo passo nella realizzazione di un bilancio aziendale a regola d’arte.

Entrando maggiormente nel dettaglio, si può dire che il CCN esprima la misura delle liquidità immediate, differite e delle rimanenze, disponibili per coprire i debiti a breve termine.

Ecco la formula algebrica:

Capitale Circolante Netto (CCN) = liquidità immediate + differite + rimanenze – passività correnti

Sebbene sia possibile gestire la propria contabilità tramite Excel, noi ti suggeriamo di utilizzare un software specializzato in questo ambito.

Queste due soluzioni potrebbero fare al caso tuo:

  • Zycus: è perfetto per ottimizzare la gestione del capitale circolante;
  • Kyriba: offre un ampio ventaglio di funzionalità innovative nella gestione della liquidità.

Il CCN operativo e il flusso di cassa

Il Capitale Circolante Netto Operativo è una tipologia di CCN che prende in conto unicamente la gestione caratteristica dell’azienda.

Pertanto, nel calcolo non bisogna più sottrarre i debiti verso banche a breve termine.

Capitale Circolante Netto Operativo = liquidità immediate + differite + rimanenze - debiti non finanziari a breve

Il flusso di cassa invece, anche noto con il termine inglese Cash Flow, è un indicatore di performance fornito dalla differenza tra entrate e uscite monetarie in un dato esercizio.

Il Capitale Circolante Commerciale

Non si può parlare di CCN senza definire il CCC, ossia il Capitale Circolante Commerciale (Commercial Working Capital, in inglese). Si tratta della somma tra le scorte di magazzino e i crediti commerciali a cui vengono sottratti i debiti commerciali.

Capitale Circolante Commerciale = magazzino + crediti commerciali - debiti commerciali

In pratica, il CCC è un indicatore del fabbisogno finanziario di un’impresa da un punto di vista puramente commerciale: indica cioè tutti i debiti (fornitori) ed i crediti (clienti), ma anche le disponibilità in magazzino che non hanno ancora originato flussi monetari (entrate o uscite di denaro in banca).

In genere, un andamento positivo dell’attività di un’impresa è dato da un CCC negativo.

Analisi e interpretazione del CCN

Un CCN positivo:

  • significa che le passività correnti sono coperte dalle attività correnti;
  • significa che le risorse finanziarie dell’azienda coprono gli investimenti;
  • è indice di una situazione di equilibrio finanziario dell’impresa.

Un CCN neutro significa che:

  • le passività correnti corrispondono alle attività correnti;
  • le risorse finanziarie coprono di poco gli investimenti.

Un CCN negativo indica che:

  • le passività correnti sono inferiori alle attività correnti;
  • le risorse finanziarie non coprono interamente gli investimenti;
  • l’azienda non ha le risorse immediatamente disponibili per pagare i suoi debiti, autonomamente. Può quindi richiedere nuovi debiti da rimborsare nel lungo periodo, oppure mobilizzare una parte delle sue immobilizzazioni.

☝ Per non cadere in un circolo vizioso, è tuttavia importante fare in modo che questo modo di agire non diventi la prassi.

NB: Un CCN negativo “una tantum” non rappresenta necessariamente una situazione critica. Deve però essere considerato come un campanello d’allarme, in modo tale da prendere le misure necessarie per migliorare l’indicatore.

Concludendo, il Capitale Circolante Netto è un parametro importante per valutare lo stato di salute finanziaria della tua azienda. Tuttavia, per un suo utilizzo ottimale, è bene prenderlo in considerazione assieme ad altri indicatori, al fine di avere una visione globale della situazione finanziaria dell’azienda.

Inoltre, è importante scegliere una gestione dematerializzata attraverso l’uso di uno strumento software adatto alle tue esigenze.

Speriamo che il CCN ti sia chiaro grazie a questo articolo…Se hai qualsiasi domanda, non esitare a porcela! Cercheremo di rispondere a tutti i tuoi eventuali interrogativi.